Nel   segno   della   santità
23.11.2008

Siamo appena tornati da Campi Salentina dove abbiamo partecipato alla traslazione dei resti mortali di alcuni frati dalla chiesa dell’ex-convento cappuccino di Sant’Elia alla chiesa parrocchiale di San Francesco, dove ora risiedono i frati cappuccini.

Una processione di auto avanzava davanti all’urna che sarebbe stata accolta nella parrocchia dei Cappuccini a Campi Salentina.
                                                                                                     
La preghiera, la benedizione del Provinciale fra Francesco Neri, un applauso scrosciante ed una folla di sentimenti e di emozione nel cuore di tutti i presenti circondavano quell’urna. Possiamo dire davvero che i campioti amano il luogo di S. Elia, amano i frati cappuccini. Più di 500 persone erano presenti alla celebrazione e al corteo in macchina. Anche le autorità locali erano lì con la gente insieme alle forze dell’ordine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le ossa dei frati ora riposano in pace ai piedi dell’altare dedicato a San Francesco d’Assisi, ai piedi di colui a cui hanno dedicato la loro vita.

Abbiamo vissuto questa storia di riflesso, dal racconto di fra Francesco
Monticchio che ha dato conto di una ricerca archivistica che ha portato alla scoperta della biografia del frate Giovanni Battista da Campie, chiamato “Servo del Signore”  
dai suoi biografi. Questo frate e vissuto qui a Sant’Elia e qui è stato sepolto nella tomba dei frati.
E’ stato un forte desiderio di alcuni volontari di Campi e dei francescani secolari della fraternità di Campi, di cercare la tomba e di esumare i resti mortali del santo frate e dei suoi confratelli per comporli proprio in quell’urna e riportali nel convento 
cappuccini di Campi.

Sicuramente questo santo frate ha benedetto la “ caparbietà” di coloro che hanno riportato i loro resti mortali alla luce dando loro la giusta sepoltura.
Se cogliessimo la bellezza, la profondità, la gioia che dà recitare: “Credo la resurrezione della carne”, penseremmo che questi resti mortali non sono qualcosa di “morto”, ma sono la carne che resuscita, trasfigurata nella risurrezione dei morti.
Lungo il viaggio di ritorno riflettevamo su quanto avevamo vissuto durante la giornata.
Momenti di grande emozione e di trepida attesa. Aspettavamo il momento per ringraziare e benedire coloro che avevano lavorato per questo progetto. Non è da tutti pensare di scavare e riportare alla luce resti mortali di tanti anni fa.
Il nostro amore verso questi frati defunti si manifesterà pregando per loro e meditando e contemplando quanto di più caro ci hanno lasciato con la loro testimonianza di vita.
Voi frati raccomandate tutti noi al Signore perché ci aiuti ad essere sempre più cristiani e francescani impegnati a saper leggere nella vita quel messaggio di grandezza e di Speranza contenuto nel Vangelo.

                                                                                 Carmela e Mino

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